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La rete dei registri dei tumori: conoscere per curare e prevenire

Abbiamo approvato oggi alla Camera una proposta di legge che istituisce la rete dei registri dei tumori in Italia.

il testo passa ora al Senato e lo trovate pubblicato qui

Per chi  è interessato ad approfondire l’argomento trova una scheda del gruppo Pd, sufficientemente esaustiva.

Nel corso del dibattito in aula ho svolto il seguente intervento (video e testo a seguire):

“Le malattie oncologiche, nonostante si sia ridotta la mortalità, rappresentano un aspetto rilevante nella domanda di assistenza cui il nostro sistema sanitario deve far fronte.

Per questo, particolarmente nell’ultimo decennio, abbiamo assistito ad un impegno delle istituzioni statali e regionali sul versante innanzitutto della programmazione, di grande rilievo.

Per affrontare innanzitutto la questione strategica della prevenzione, passando poi alla continuità di cura in fase diagnostica e terapeutica, compresa l’assistenza domiciliare e le cure palliative si è reso necessario predisporre un Piano Oncologico Nazionale allo scopo di offrire standard diagnostico e terapeutici sempre più elevati, riducendo nel contempo il divario esistente fra le diverse aree del paese.

La pianificazione nazionale si è avvalsa del lavoro di qualificati gruppi di lavoro che hanno prodotto documenti tecnici di indirizzo, l’ultimo relativo al periodo 2014-2016, con lo scopo di individuare priorità di azione ed obiettivi comuni nel rafforzamento dei compiti del ministero e delle Regioni, in particolare nella costituzione delle reti oncologiche regionali, nel buon uso delle risorse in oncologia e nel ricorso all’HTA Health technology assessment.

Questi tre obiettivi sono stati fatti propri dal Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, recepito dal Patto per la salute 2014-2016: in tali documenti è stato riconosciuto l’importanza fondamentale della genesi e fruizione della conoscenza e perciò è stata riconosciuta la INDISPENSABILE MESSA A REGIME di registri e sorveglianze come elementi infrastrutturali indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di salute.

In nessuna struttura ospedaliera italiana, pubblica o privata, c’era l’obbligo di archiviare i dati relativi alla diagnosi e alla cura dei tumori. Se si vuole sorvegliare l’andamento della patologia oncologica occorre invece  che qualcuno si assuma il compito di andare a ricercare attivamente le informazioni, le codifichi, le archivi e le renda disponibili per studi e ricerche.

I registri tumori italiani si sono assunti questo compito.

Sapere come sta una comunità, passare dalla statistica sanitaria alla epidemiologia consente di descrivere il profilo di salute di una popolazione ed è uno degli obiettivi che il progetto di legge in esame, si propone.

Elemento fondamentale di questa conoscenza sono i registri Tumori.

In Italia, i Registri Tumori (RT) sono nati su base volontaristica per iniziative spontanee di singoli clinici, epidemiologi, patologi o operatori della sanità pubblica che hanno inizialmente  costituito piccoli  nuclei di sorveglianza . Il registro dei tumori infantili del Piemonte è stato il primo registro ad essere costituito nel 1967; successivamente sono sorti i registri di Varese e Parma nel 1976. La loro attività ha ampiamente dimostrato l’utilità di un sistema di sorveglianza della malattia oncologica. Infatti, i Registri Tumori (RT) raccolgono, valutano, organizzano e archiviano in modo continuativo e sistematico le informazioni più importanti su tutti i casi di neoplasia e le relative variazioni territoriali e temporali attraverso misure di incidenza, sopravvivenza per le diverse neoplasie e mortalità, fornendo così un indicatore fondamentale della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori. Inoltre, fornendo dati di prevalenza a livello locale e stime di prevalenza a livello nazionale, i RT sono strumenti indispensabili per l’organizzazione e la valutazione dell’efficacia degli interventi di prevenzione primaria in aree o popolazione ad alto rischio e per indicare in modo dinamico quali aree della prevenzione primaria rafforzare.

Nel 2010 i RT presenti in Italia erano 29 e coprivano il 35% della popolazione italiana. Come riferisce il terzo rapporto AIRTUM pubblicato nel 2016, oggi siamo a 44 Registri accreditati che coprono il 57% del territorio (altri 16 sono in attività per una copertura virtuale che raggiunge il 74% della popolazione residente in Italia.

La percentuale di popolazione coperta è massima nel Nord-Est (69 per cento) e Nord-Ovest (55 per cento), intermedia al Sud (40 per cento) e minima al Centro (26 per cento). Le informazioni raccolte dai RT includono dati anagrafici e sanitari essenziali per lo studio dei percorsi diagnostico-terapeutici, la ricerca sulle cause del cancro, per la valutazione dei trattamenti più efficaci, per la progettazione di interventi di prevenzione e per la programmazione delle spese sanitarie.

L’esigenza di un sistema efficace di raccolta sistematica dei dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici, finalizzato a registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, ovvero di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita, è stata raccolta dal legislatore con una norma considerata fondamentale per il riconoscimento dei registri tumori in Italia: si tratta dell’art. 12 del decreto legge 179/2012, che al  co. 10, contiene norme che istituiscono il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e i sistemi di sorveglianza nel settore sanitario (Registri di mortalità, di tumori, di altre patologie e di trattamenti) ai fini di “prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, programmazione sanitaria, verifica della qualità delle cure, valutazione dell’assistenza sanitaria e di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico allo scopo di garantire un sistema attivo di raccolta sistematica di dati anagrafici, sanitari ed epidemiologici per registrare e caratterizzare tutti i casi di rischio per la salute, di una particolare malattia o di una condizione di salute rilevante in una popolazione definita”.

Il comma 11 del citato articolo 12 prevede l’adozione, su proposta del Ministro della salute, di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per istituire i sistemi di sorveglianza e i registri di mortalità, di tumori e di altre patologie, di trattamenti costituiti da trapianti di cellule e tessuti e trattamenti a base di medicinali per terapie avanzate o prodotti di ingegneria tessutale e di impianti protesici. Il comma 13 dello stesso articolo 12 dispone l’adozione di un Regolamento che individui i soggetti che possono avere accesso ai predetti registri, i dati che possono conoscere, nonché le misure per la custodia e la sicurezza dei dati, in conformità alle disposizioni di cui agli articoli 20, 22 e 154 in materia di protezione dei dati personali, del Codice in materia di protezione dei dati personali (D.Lgs. 196/2003).

Il primo decreto il DPCM 3 marzo 2017, dopo 4 anni di attesa è stato approvato in via definitiva e pubblicato in Gazzetta Ufficiale  109 del 12.maggio 2017. Con esso si individuano e disciplinano i sistemi di sorveglianza ed i registri di mortalità, dei tumori e di altre patologie: 31 sistemi  di sorveglianza,  e 15 registri di patologia di rilevanza nazionale.

Ora siamo in attesa del regolamento che andrà sottoposto al parere del garante della Privacy che in sede di audizione ha già precisato come esso assuma un ruolo essenziale in quanto è tenuto a delineare le garanzie fondamentali per la protezione dei dati trattati nei registri. L’esame del garante sarà volto ad evidenziare i presupposti soggettivi ed oggettivi di legittimazione all’accesso ai registri, le categorie dei dati suscettibili di consultazione e le misure di sicurezza da adottare per scongiurare ogni tipo di trattamento illecito.

Come ben si comprende si tratta di un adempimento di grandissima importanza ai fini della effettiva entrata in vigore delle norme già previste dal dl 179/2012.

Con la presente proposta di legge creiamo la rete dei registri nazionale e regionali nonché dei sistemi di sorveglianza, completando quindi il disegno che già nel 2012 aveva preso avvio.

Come è evidente il percorso non sarà di breve durata, ma con la legge che ci apprestiamo a votare avremo dato un impulso decisivo per far sì che strumenti di conoscenza essenziali per la programmazione siano a disposizione di tutti, in primis del sistema sanitario, ma anche dei cittadini di questo paese che potranno finalmente sapere se le disuguaglianze di trattamento o di sopravvivenza siano o no state ridotte, se i programmi di screening sono efficaci, se chi vive vicino ad una discarica o sotto una linea elettrica ad alta tensione o lavora in una fabbrica insalubre, corre un rischio più alto di ammalarsi di tumore.

Per questo il fattore tempo è determinante e noi vorremmo, anche con questa iniziativa legislativa,  recuperare i ritardi del passato.”

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